Il nome buffo della ricetta si riferisce al termine dialettale triestino con il quale si chiama la pentola a pressione: la pentola atomica… Non so come mai qui abbia un nome così particolare, forse le triestine hanno il velato timore che possa esplodere come una bomba durante la cottura? Io mi annovero fra le paurose tanto che prima d’ora non avevo mai cucinato nulla in pentola a pressione. La mia cara amica Rita mi ha convinto a comperarne una e a cucinare insieme a lei questa sua ricetta. Ci siamo ritrovate a casa sua e fra una risata, un calice di buon vino bianco e i fischi della pentola, le seppie si sono cucinate a dovere, morbide, saporite e con un sughetto che è ottimo per pucciarci il pane o un pezzetto di polenta. La ricetta è stata creata per festeggiare la Festa della Donna.....